Piccolo cosa hai fatto oggi a scuola? Niente mamma
Lasciamoci sorprendere dalle piccole cose
Capita spesso, durante il ricongiungimento pomeridiano, di sentire genitori che chiedono ai propri figli che cosa hanno fatto di bello durante la giornata poiché, se all’asilo nido l’attenzione è maggiormente rivolta allo stato fisico e psicologico del piccolo, alla Scuola d’Infanzia ma anche all’ultimo anno di Nido a ciò si aggiunge un interesse rispetto all’andamento della giornata educativa, ai laboratori a cui si è partecipato, ai giochi fatti, complice anche la crescente capacità di verbalizzazione del piccolo. Capita altrettanto spesso che la risposta data dai piccoli sia elusiva e non coincida esattamente con quanto comunicato dalle educatrici e che la reazione dell’adulto sia quella di guidare i bambini sul piano comunicativo auspicato. Alle volte, tali genitori potrebbero riportare agli educatori la frustrazione e la preoccupazione di fronte a questi fatti, chiedendo più o meno direttamente le motivazioni per cui il proprio figlio racconti delle “bugie”. Domande più specifiche che poi seguono questo momento (“con chi hai giocato?”, “siete usciti in giardino?”, “avete usato gli strumenti musicali?”) che secondo l’adulto aiuterebbero il piccolo nel ricordare, in realtà potrebbero causare stress e ansia da prestazione, portando il bambino a raccontare la prima cosa che gli viene in mente (come, ad esempio, quanto accaduto pochi minuti prima) in modo da soddisfare la richiesta del genitore.
Lo sviluppo della memoria del bambino
In realtà ciò che sembrerebbe essere una difficoltà comunicativa non è altro che una richiesta non adatta al bambino di età compresa tra 3-6 anni: la rievocazione mnemonica difatti, così come tutte le altre funzioni neuro-cognitive, si sta sviluppando gradualmente. Domandare ai bambini di ricordare un evento preciso comporta l’accesso alla memoria episodica che, in questa fascia d’età, è ancora molto fragile e il suo sviluppo si articolerà solo con l’età adulta. È evidente come allora non si possa parlare di reticenza comunicativa o di “bugia”, ma di una vera e propria difficoltà nel recupero delle tracce mnestiche.
Come aiutare la memoria dei bambini: il metodo Busy Bees
Considerando questa premessa, in BusyBees consideriamo la comunicazione con il sistema famiglia fondamentale, poiché tanto più la connessione tra esso e il sistema scuola è forte, tanto più ne viene promosso il benessere del bambino: giornalmente diamo tutte le informazioni utili sull’andamento della giornata del piccolo, in modo da dare al genitore degli spunti da cui partire per riconnettersi con l’esperienza del proprio figlio dopo una giornata passata distanti, in modo da aiutarlo nel ripercorrere temporalmente le esperienze vissute.
Se questo potrebbe aiutare alcuni bambini nel recupero delle tracce mnestiche e quindi nell’iniziare a raccontare la loro giornata, per altri bambini il ricongiungimento rappresenta un momento in cui staccare dall’esperienza nel Centro Educativo per dedicarsi ad attività completamente diverse e viversi la relazione con il genitore o la figura di riferimento, senza necessariamente ripercorrere la giornata vissuta. In questo caso è importante che l’adulto accolga il bambino, riconoscendo il proprio legittimo bisogno di conoscenza ma evitando che il soddisfacimento dello stesso diventi responsabilità del piccolo.
Il genitore potrebbe, in un secondo momento, iniziare a raccontare un evento della sua giornata sostenibile emotivamente per il bambino. Questo da una parte pone importanza alla condivisione narrativa delle esperienze, dall’altra potrebbe accendere nei più piccoli dei ricordi della giornata vissuta e la volontà, forse, di raccontarli. È importante che in questo caso l’adulto si ponga in una postura di ascolto attivo restituendo al piccolo il valore del racconto, anche se quest’ultimo potrebbe non coincidere con le aspettative adulte. È bene ricordare che, inoltre, i bambini tendono a focalizzare l’attenzione su dettagli che per noi adulti assumono un carattere secondario e, in base ad essi, il focus di attenzione e la narratività dell’evento cambieranno inevitabilmente. Anche in questo caso il bambino non racconterà bugie, ma il proprio punto di vista su quanto accaduto.
Sono i due sistemi Scuola e Famiglia che, trovando modalità comunicative sostenibili per entrambi, daranno la possibilità al bambino di scegliere quando e cosa raccontare, con adulti pronti a sostenerli e ad accoglierli poiché il background da cui questi racconti partono sarà da entrambi condiviso. In questo modo, poiché il desiderio e le aspettative di conoscenza adulte saranno già in parte soddisfatte, sarà possibile soffermare maggiormente l’attenzione su ciò che realmente il bambino ci vuole comunicare, sull’emotività in gioco, pronti a farci sorprendere dalle piccole cose.
Martina Borsatti – Educatrice Scuola d’Infanzia BusyBees Italia