Alimentazione : educhiamo al gusto i nostri bambini

bambino con in mano un pomodoro

L’educazione alimentare dei bambini

Il 16 ottobre si celebra la giornata mondiale dell’alimentazione, un’occasione per ricordare la nascita della FAO, ma soprattutto per sottolineare l’importanza di un’alimentazione sana, equilibrata, varia e sostenibile.

Il valore di una corretta nutrizione è ormai indiscusso, si riconosce l’importanza e l’impatto sullo stato di salute di ogni individuo, a partire dai più piccoli, ai quali spesso viene negata varietà alimentare per il timore di non assecondare i loro gusti.

Ma siamo così sicuri di conoscere fino in fondo i gusti dei bambini e il motivo di un loro eventuale rifiuto?

Bambini che non vogliono mangiare: quali sono i motivi? 

L’educazione alimentare, o per meglio dire, l’allenamento al gusto inizia già durante la vita fetale. In questo periodo l’alimentazione della madre permette al feto di fare conoscenza dei primi sapori per mezzo del liquido amniotico. Si può quindi affermare che, una dieta ricca di alimenti e sapori differenti da parte della madre, consente al neonato un’esperienza gustativa molto varia fin dalla vita intrauterina.

Questo viaggio tra i sapori continua poi durante l’allattamento, infatti i neonati alimentati al seno materno sono esposti ad un maggior numero di sapori rispetto a quelli alimentati con il latte artificiale. Quanto più varia sarà l’alimentazione della donna, tanto più vasta sarà la proposta alimentare che il bambino in futuro è in grado di accogliere.

Decisamente significativo è il momento dello svezzamento e dell’alimentazione successiva ai primi 2 anni di vita, quando i bambini hanno già individuato le loro preferenze a tavola. Spesso si compie l’errore di selezionare gli alimenti destinati ai bambini, sulla base dei gusti dei genitori, innescando quindi la relazione “se non piace a me, non piacerà a lui/lei”. Di conseguenza il bambino che non ha conosciuto determinati sapori nel primo periodo di vita, li respingerà anche successivamente. Tale comportamento si manifesta soprattutto nei confronti delle verdure e della frutta che con la loro componente amara e/o acida legata a molecole utili alla nostra salute, rappresenta indubbiamente il gruppo di alimenti più difficile da far consumare.

Il bambino mangia solo quello che vuole 

Le scelte alimentari sono dettate da una componente genetica innata, che ha lo scopo di difendere l’individuo da eventuali pericoli come, ad esempio, sostanze tossiche o cibi avariati. Questo atteggiamento, nel contesto attuale tende a mutare rapidamente rispetto al passato, per mezzo delle esperienze sensoriali a cui i bambini vengono sottoposti. Così cambiano le scelte, si ampliano le proposte di alimenti sempre diversi che consentono di stabilire una relazione positiva con il cibo.

Per un bambino mangiare quello che vuole e respingere un nuovo alimento è un atto di prevenzione. Tuttavia, come buona norma di educazione alimentare, è necessario sottoporre lo stesso alimento più volte (anche 7-8 o più) per avere una reazione favorevole. Ancora di più un bambino che non ha sperimentato un alimento e quindi il suo sapore né in gravidanza né durante l’allattamento, accoglierà con grande difficoltà l’inserimento di nuove pietanze. Questo si riscontra in particolare nei bambini più grandi che non sono disposti ad introdurre numerosi alimenti, impoverendo così la loro alimentazione che risulta monotona, povera di sostanze antiossidanti e ad elevata densità energetica.

Il ruolo dei genitori nell’educazione alimentare dei bambini 

Il ruolo del genitore risulta determinante nell’educazione alimentare per i bambini e nell’educazione al gusto: mangiare insieme, coinvolgerli nella preparazione, evitare pietanze differenti e scegliere frutta e verdura di stagione che con le forme ed i colori ben si prestano in questo training alimentare costante che coinvolge l’intera famiglia.

Il gusto si allena fin dai primi momenti della vita di un individuo, non neghiamo ai bambini il piacere di fare nuove esperienze a tavola.

Permettiamo loro di conoscere e definire le scelte alimentari della loro vita adulta, fortificando così la loro salute.

Dott.ssa Irene Tornisello – Nutrizionista –