La noia fa bene: il diritto all’ozio nelle festività

Buon Natale dall'asilo Muratori

 

La noia fa bene: il diritto all’ozio nelle festività

Come gestire i bambini durante le festività

Le feste sono arrivate, le settimane frenetiche prima di Natale sono concluse e si è finalmente pronti per rallentare, fermarsi e godersi la tanto desiderata pausa. Ben presto si realizza che, in realtà, l’idea di un ritmo più disteso si contrappone con la frenesia che queste giornate ci riservano, l’eccitazione del Natale, l’incontro con parenti e amici: una sovra-stimolazione sensoriale che coinvolge tutti, adulti e bambini, e che potrebbe portare il sistema familiare a vivere momenti faticosi. Esistono, però, dei piccoli accorgimenti che, se tenuti a mente, potrebbero sostenere adulti e bambini nel vivere in modo positivo le possibili fatiche che si potrebbero incontrare.

Il diritto all’ozio inizia da una sana routine quotidiana

Il diritto all’ozio si realizza con il mantenimento di una salda la routine quotidiana che si andrà a definire, in quanto supporterà i più piccoli nel rendere prevedibile ciò che accade e, di conseguenza, approcciare con maggiore sicurezza le novità: rituali e routine esercitano infatti una funzione stabilizzatrice sia in condizioni di transizione che in condizioni di stress (Emiliani, 2008).

La noia fa bene ai bambini?

Ma cosa fare quando subentra la noia nei bambini? Il mantenimento saldo delle routine dovrà ovviamente fare i conti con un’alternanza di momenti saturi di eventi e momenti apparentemente “vuoti” che, se durante i primi giorni (così come spesso accade nel week-end), sembrerà semplice colmare con attività entusiasmanti da proporre, è poi prevedibile che tale euforia inizi a diminuire, con il rischio di generare negli adulti sentimenti di ansia e frustrazione dovuti proprio al non avere più stimoli da proporre, poiché il rischio è quello di far annoiare i più piccoli. In generale, l’idea di far vivere momenti di noia ai nostri bambini pare essere, nell’ultimo decennio in particolare, una condizione poco accettata, nonostante le teorie neuroscientifiche e le ricerche pedagogiche e psicologiche ne sottolineino la portata educativa.

Cosa significa annoiarsi?

La definizione è complessa e non univoca, sia perché la concezione di noia di noi adulti è differente dal significato possibile attribuito dai bambini, sia perché il costrutto stesso è complesso, e un’unica definizione risulterebbe riduttiva. È possibile però avviare delle riflessioni che portano a considerare la noia come un atteggiamento fortemente condizionato e influenzato dai contesti di vita e, in particolare, di crescita: sembra quindi essere un elemento intrinseco alla società e al contesto di oggi dove i nostri modi di pensare, lavorare, giocare e relazionarci sono in continua trasformazione (Robinson, 2015).

Noia e diritto all’ozio durante le vacanze

In ottica educativa, la condizione dell’annoiarsi non è associata a una condizione di uniformità e monotonia: è, al contrario, un’opportunità per sospendere l’azione e riscoprire il significato del “far niente”. L’importanza di tale momento è definito anche nel manifesto dei diritti naturali (Zavalloni, 2014), in cui viene sottolineato il diritto all’ozio, ovvero la necessità dei bambini di disporre di momenti non programmati dagli adulti. Tempi preziosi e privilegiati, in cui la noia diventa uno spazio e un tempo favorevole, da promuovere e pensare in un’ottica educativa: sono momenti preziosi poiché rappresentano l’inizio di un processo potenzialmente creativo, inteso come esperienza si apertura alla percezione di incertezza e confusione (Zecca, 2012).

La noia fa bene alla creatività

La creatività è generalmente definita come la capacità di riconoscere nuove connessioni tra pensieri ed oggetti, dando la possibilità di creare trovare soluzioni che si allontanino dagli schemi tradizionali. Nel campo scientifico, essa si definisce come la capacità di collegare in modo innovativo piani di ragionamento e idee tra loro non collegate, scoprendo quindi prospettive diverse con cui guardare al futuro o rileggere il passato. Rappresenta, quindi, una condizione favorevole allo sviluppo del pensiero divergente.

Quando ormai le vacanze di Natale sono quasi giunte al termine e il rientro nelle strutture educative si avvicina, è bene iniziare a preparare il bambino e la bambina al rientro alla routine abituale, verbalizzando quanto vivrà nei giorni a seguire. E, magari organizzare qualcosa di speciale da vivere insieme per concludere il periodo di feste!